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Mattarellum, ora si può trattare

Written by Lorenzo Guerini.

Lorenzo Guerini
Intervista pubblicata dal Messaggero

Onorevole Guerini, da dove si comincia?
«All’assemblea di metà dicembre il Pd ha proposto un confronto tra le forze politiche per arrivare ad una legge elettorale. Mi sembra il modo più serio e responsabile per rispondere alle sollecitazioni del presidente della Repubblica espresse nel discorso di fine anno».
Quindi si riparte dal Mattarellum?
«E’ la proposta condivisa da tutto il Pd e risponde ad una nostra posizione storica che serve a ricucire, grazie ai collegi, il rapporto tra eletti ed elettori».
Perché una trattativa tra partiti e non in Parlamento?
«Dire che la legge elettorale si fa in Parlamento è da un lato un’ovvietà, ma dall’altro nasconde, male, la tentazione di voler perdere tempo. Senza un accordo politico fare una legge elettorale è molto complicato. Ed è per questo che chiederemo ai partiti di essere disponibili per un confronto in sede politica per poi arrivare in Parlamento e favorire un cammino della legge spedito e su basi condivise. Quello che deve essere ben chiaro è che il Pd non è disposto a perdere tempo. O c’è la volontà di arrivare rapidamente a una legge elettorale condivisa o ciascuno si assumerà le proprie responsabilità davanti al Paese».
Si comincia subito o si attende la pronuncia della Consulta sull’Italicum?
«Si parte subito. Alla ripresa piena dell’attività formalizzeremo la richiesta di incontro e ogni partito farà le scelte che riterrà opportune. Il Pd non è disposto a melina parlamentare e non permetterà che si usi la legge elettorale per perdere tempo e prolungare la vita della legislatura».
C’è quindi un timing?
«Il confronto si può esaurire in contemporanea alle valutazioni della Corte Costituzionale».
Quindi fine gennaio?
«Penso sarebbe anche un atto di responsabilità politica non caricare la Corte di un tema che la politica non riesce ad affrontare. Sono consapevole delle difficoltà. Fare una legge elettorale nell’ultimo scorcio di legislatura non sarà semplice, ma se si vuole si può».
Vedremo chi risponderà al vostro appello. Per ora si capisce che il M5S non ci sta…
«Non è una grande novità. Il M5S quando c’è il confronto è sempre da un’altra parte».
C’è la disponibilità di Lega e FdI a discutere del Mattarellum, ma Forza Italia evoca il proporzionale.
«Prefigurare oggi l’esito del confronto sarebbe sbagliato. FI sino ad oggi non ha dimostrato interesse. Forse anche perché il primo pensiero di Berlusconi è quello di allontanare la data del voto. Noi andiamo con la nostra proposta, ascolteremo le idee degli altri, ma pensiamo che non sia possibile liquidare il voto del referendum come la volontà dei cittadini di tornare al proporzionale puro. In FI il dibattito è però aperto. Io annoto la posizione di Toti, non isolata dentro FI, favorevole a discutere del Mattarellum. La nostra non è una proposta prendere o lasciare. Discutiamo e ascoltiamo altre proposte».
Un Mattarellum modificato, ma come?
«E’ una legge che risponde bene all’esigenza della rappresentanza e della governabilità, ma si può ritoccare. Basta confrontarsi».
Un mese per arrivare all’intesa e poi?
«Nel giro di pochi giorni si capirà la volontà di tutte le forze politiche ed è bene che avvenga di fronte al Paese. La legge elettorale è un requisito essenziale per il funzionamento di una democrazia. Poi sui tempi di un eventuale scioglimento delle Camere sarà il presidente della Repubblica a decidere. Non va però usata la mancanza di una legge elettorale come ostaggio».
Se però non c’è intesa si andrà a votare con il Consultellum disattendendo le richieste del Capo dello Stato.
«L’invito alla responsabilità del presidente della Repubblica va raccolto da tutte le forze politiche. Noi lo abbiamo già fatto e lo rinnoveremo presto. Se non ci dovesse essere un atteggiamento conseguente all’appello del Capo dello Stato, ciò che uscirà dalla Consulta fornirà gli elementi di base per una legge elettorale».
Andare a votare in primavera serve anche per evitare il referendum sul jobs act?
«Sull’argomento la Consulta non si è ancora pronunciata, ma i due temi non sono legati».
Che ne pensa del codice etico del M5S?
«Mi sembra sia la sconfessione di parole, atteggiamenti ed atti che il M5S ha avuto in questi tre anni. Non lo saluto come un approdo al garantismo e mi sembra molto tagliato su vicende specifiche».