Riforma decisiva per la crescita del lavoro

E ancora: “schierarsi per il No non significa schierarsi contro una riforma imperfetta, ma contro la possibilità che il nostro paese entri pienamente in una fase storica importante, quella in cui finalmente portare avanti molteplici riforme necessarie e già troppo a lungo ritardate”.
Il ragionamento dell’ex capo dello Stato parte da lontano, dai tanti tentativi finora sprecati di modernizzare la nostra Carta: “Il terrorismo psicologico messo in circolo da qualche propagandista del No su specifici difetti e su presunti rischi della riforma approvata dal Parlamento tende a nascondere una verità che a me sembra elementare. E’ dal 1983 che il Parlamento cerca invano di riformare la seconda parte della Costituzione”. E dunque, “sarebbe una sciagura farsi sfuggire oggi l’occasione di superare il bicameralismo paritario, non dando ai governi del futuro maggiore stabilità e garantendo maggiore linearità e certezza di tempi al processo legislativo”. L’obiettivo è “uscire finalmente da quella spirale perversa di esecutivi che mortificano il Parlamento a colpi di decreti, di voti di fiducia e maxi emendamenti”.
Nei suoi lunghi anni al Quirinale, Napolitano ha rappresentato spesso un argine all’abuso della decretazione d’urgenza, prevista in Costituzione per affrontare emergenze e vicende straordinarie, ma diventata nei decenni uno strumento per aggirare le storture di un procedimento legislativo nato in tempi e con esigenze diverse. “Il grande Leopoldo Elia – prosegue il senatore a vita – direbbe che è arrivato il momento dismetterla di invocare una nuova fase costituente o di essere minimalisti. E oggi non essere minimalisti significa avere la consapevolezza che le molte strozzature che impediscono al nostro paese di essere al passo con i tempi sono direttamente collegate all’incapacità che ha avuto il nostro sistema politico e istituzionale di autoriformarsi”.
Fonte: Basta un sì.