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Agenzia di promozione della sanità lombarda e informazione Ictus

Written by Carlo Borghetti.

Carlo Borghetti L’agenzia di promozione della sanità lombarda rischia di partire molto male.
Una funzione come quella ha bisogno di personale qualificato ma non strapagato, mentre il timore fondato è che la poltrona di direttore sia già riservata a qualche ex direttore generale bocciato al quizzone e in cerca di uno stipendio uguale al precedente.
Invece occorrerebbero competenze in termini di promozione del nostro sistema sanitario, conoscenza delle lingue e soprattutto una retribuzione legata alle performance ottenute.
Al momento non è così, tanto che in Commissione Sanità è mancata l’approvazione delle linee di indirizzo sull’organizzazione e funzionamento dell’Agenzia per la promozione del sistema sociosanitario regionale.
Il Comitato Paritetico di controllo e valutazione e la Commissione regionale “Sanità e assistenza” si sono riuniti per valutare gli effetti della campagna di informazione sull’ictus, che è stata condotta in Lombardia fra il 2013 e il 2015.
Mi auguro che ora anche altre Commissioni consiliari prendano spunto da questa iniziativa per promuovere valutazioni analoghe utili a migliorare le politiche regionali, consapevoli che l’efficacia può e deve essere direttamente collegata all’ottimizzazione delle risorse. La compagna informativa sull’ictus promossa dalla Regione ha reso le persone coinvolte più consapevoli dei sintomi, le prossime campagne informative dovranno ora concentrarsi sulla necessità di potenziare l’utilizzo del 118 e di ricorrere direttamente alle unità di stroke-unit presenti negli ospedali per limitare i possibili danni da ictus.
La campagna ha infatti prodotto una significativa riduzione dei tempi di arrivo in ospedale (un’ora e mezza in media) delle persone che ravvisano in modo autonomo i sintomi dell’ictus, ma ancora troppo poche sono le persone che, a seguito del riscontro di possibili sintomi da ictus, ricorrono al 118 o si recano direttamente presso le stroke-unit (unità specifiche per le malattie cerebrovascolari) presenti all’interno degli ospedali.

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