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Sulle unioni civili ci vuole una legge

Written by Lorenzo Gaiani.

Lorenzo GaianiAlcune persone - magari anche in buona fede- dicono che il Governo e il Parlamento dovrebbero concentrarsi su altre priorità e non sulle unioni civili. Lasciamo da parte che in realtà Governo e Parlamento già si occupano di altre cose, spaziando dalle riforme istituzionali alla legge di stabilità, spesso nel silenzio più totale di quelli che dicono che ci sono altre priorità. Poi, è vero, c'è una situazione economica e sociale difficile, gravi tensioni internazionali, l'emergenza dei migranti...
Ma l'esigenza di riconoscere diritti specifici alle coppie formate da persone dello stesso sesso è stata definita dalla Corte costituzionale, che l'ha inserita autorevolmente nell'agenda delle priorità che la politica deve affrontare.
Perchè farlo adesso? Perchè è sempre il momento di fare la cosa giusta (specie se si è in ritardo nel farla).

Il prof. Lazzati raccontò una volta di una lunga riunione dei Gruppi parlamentari democristiani sul tema spinoso della riforma agraria (si era intorno al 1949/1950). Ad un certo punto si alzò a parlare l'on. Camillo Corsanego, già dirigente nazionale dell'Azione cattolica e portavoce di interessi che eufemisticamente si potevano definire conservatori e reazionari. Corsanego attaccò solennemente: "Il Papa dice che...".
"Basta!" gridò Dossetti, ed uscì dalla sala sbattendo la porta.
Ovviamente il problema non era il Papa: il problema erano Corsanego e quelli come lui che, vuoi per pigrizia mentale vuoi per malafede, per dare maggior peso alle loro argomentazioni si appoggiavano a qualche dichiarazione papale totalmente decontestualizzata.
Naturalmente questo accadeva ed accade sulle questioni che interessano a loro, perchè, ad esempio, i Corsanego di oggi si guardano bene dal riflettere anche solo per un attimo su quello che il Papa non "dice" ma "scrive" bello chiaro , ad esempio nell' enciclica "Laudato si' ", e magari domandarsi che cosa quel testo magisteriale implichi nella loro esistenza e nella loro azione politica. Prova ne sia uno come Carlo Giovanardi, sempre pronto a far battaglie contro i diritti altrui, ma altrettanto pronto ad infarcire di "se" e di "ma" la sua adesione al magistero di Papa Francesco nei punti in cui lo disturba.
Con i Corsanego di tutti i tempi l'unica soluzione da adottare è quella di Dossetti: alzarsi, andarsene e lasciarli a straparlare, perchè tanto la vita vera è altrove.

Sostengono alcuni - ad esempio oggi il giornalista di obbedienza ruiniana Marco Tosatti- che non ci sarebbe alcun bisogno di una legge sulle unioni civili, perchè di fatto le leggi vigenti riconoscono diritti specifici ai conviventi, anche dello stesso sesso. Tosatti fa un elenco in diverse materie, dalle successioni all'assistenza carceraria ed ospedaliera fino alle questioni puramente anagrafiche. Da ciò egli deduce che, non essendo necessaria una legge specifica, ogni richiesta in tal senso sia puramente ideologica. Si potrebbe rispondere che la Corte costituzionale non la pensa così, e che anzi essa già sei anni fa fece carico al legislatore di varare una legge ad hoc (disposizione rimasta sin qui inevasa).
Ma più in generale, visto che le fonti normative elencate dal giornalista vanno da leggi veri e proprie fino a sentenze di Corti d'Appello (quindi riformabili da altre Corti e dalla Cassazione, in un ordinamento come il nostro che si basa sul diritto positivo e non sullo "stare decisis") si dovrebbe dedurre l'esatto contrario, cioè che più che mai è necessaria una legislazione organica che sottragga alla discrezionalità degli interpreti e dei magistrati l'effettivo godimento di diritti anche da parte delle coppie gay.
E qui l'ideologia non c' entra, o meglio c' entra l'ideologia clericale di Tosatti e di quelli come lui.