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La città che vogliamo

Written by Giuseppe Sala.

Beppe SalaSabato 16 gennaio al Piccolo Teatro Strehler di Milano, si è svolto l'incontro "La città che vogliamo".
L'incontro che è stato molto partecipato, è stato l'occasione per la presentazione del programma di Beppe Sala, candidato alle primarie per la scelta del sindaco di Milano. 
Qui il video dell'intervento di Beppe Sala»

Segnliamo qui di seguito la rassegna stampa dell'evento
:

Articolo del Corriere della Sera.
Giuseppe Sala ha un sogno, anzi, più di un sogno: riaprire i Navigli a Milano. «Se vinco le primarie, fra le altre cose - ha detto dal palco del Piccolo teatro Strehler dove sabato mattina ha presentato il suo programma - ci impegniamo a studiare a fondo la possibilità di riaprire i Navigli». «Certo - ha aggiunto - non lo faremo da soli» e questo andrà di pari passo «con il ripensamento della città». «Ci vorranno dieci anni, forse di più, è inevitabile. E so che ci sarà un nucleo di politici che si faranno avanti a dire che non si può». Ma per loro il commissario aveva già la replica in tasca: «Ho appena finito una cosuccia che mi dicevano non si poteva fare». Oltre mille persone hanno partecipato all’inconto dello Strehler: all’ingresso si è formata una coda che come battuta, qualcuno ha paragonato a quelle viste davanti ai padiglioni dell’esposizione.
Presentato da Camilla Raznovich, dopo l’intervento del filosofo Salvatore Veca, coordinatore di Laboratorio Expo e curatore scientifico della Carta di Milano, della giornalista esperta di lavoro Eleonora Voltolina e del direttore d’orchestra Matthieu Mantanus, una piccola sorpresa è arrivata dal video con cui don Gino Rigoldi ha fatto il suo endorsement a favore del commissario: «Una persona coraggiosa, competente e generosa». Poi, il primo discorso “da politico” di sala, che ha raccontato la Milano che vorrebbe: delle opportunità, degli anziani e dei giovani, dei bambini, della trasparenza. Fino alla promessa dei Navigli. Sala ha sfoderato, intervallando il lungo intervento da qualche battuta (come quando non è riuscito a usare la lavagna multimediale che gli era stata preparata, «...e meno male che penso di essere un uomo delle tecnologie...») anche il suo fair play salutando i suoi avversari Francesca Balzani, Antonio Iannetta e Pierfrancesco Majorino, «che sono seri e preparati e mi onoro di competere con loro». Dopo aver ricordato Il cardinale Carlo Maria Martini come «il più grande padre spirituale della città», la conclusione è stata con Antonio Gramsci: «Prevedere in politica significa “agire per” e questo è quello che dobbiamo fare».

Articolo di Fabio Massa per Affaritaliani.
Organizzazione perfetta, lunghe code (come ormai da prassi per queste primarie) e folla in largo Greppi, al Teatro Streheler. Beppe Sala per la presentazione del suo programma sceglie di fare le cose in grande. Un quarto d’ora accademico di ritardo rispetto alle 11.00 previste, Beppe Sala si accomoda a metà della platea, per ascoltare l’introduzione di Camilla Raznovich. In sala la colonna sonora delle canzoni preferite del candidato, sullo sfondo le immagini (praticamente tutte di Expo) di Beppe. Il colore dominante? Ovviamente… il rosso.
Inizia Salvatore Veca, il filosofo: “A me non interessano le canzoni preferite da Sala. A me interessa il lavoro, la capacità non solo di problem solver, ma anche di persona che guarda le cose da più lati”. Per Veca Beppe Sala dovrebbe puntare sulla “Milano della conoscenza, dove si riesca a fare sistema per rendere attraente e ospitale la città per chiunque abbia voglia di mettersi alla prova nell’avventura, che non ha fine, della ricerca”. Prosegue Eleonora Voltolina, fondatrice della “Repubblica degli stagisti”: “Milano è una città per giovani. Molto è stato fatto ma perché non pensare a un meccanismo che incentivi ai giovani e alle donne buone opportunità di lavoro”.
Terzo sul palco (di quattro) Matthieu Mantanus, che batte ulteriormente sul tema della cultura: “Fino ad oggi ci siamo concentrati sulla conservazione. Ma perché li conserviamo? Per conoscerli, quindi dobbiamo concentrarci sulla conoscenza. Dobbiamo andare nei quartieri: l’obiettivo di una giunta lungimirante è quello di portare la cultura alla gente”. Applausone per Pierfrancesco Maran: “In questi cinque anni abbiamo governato la città con passione e amore. Il centrosinistra non governava Milano da oltre 20 anni. Abbiamo dovuto imparare, ma possiamo dire che sono stati cinque anni belli per questa città. Milano continua così andando avanti verso il futuro. Non ci possiamo presentare come una fotocopia sbiadita di cinque anni fa. Molti quartieri sono migliorati ma in molti quartieri non siamo riusciti ad entrare. Guardando i progetti che stiamo cercando di mettere in campo e le risorse che occorrono, dico che serve proprio un manager per reperirle. Vogliamo battere la Lega di Salvini che aizza le folle sui problemi ma non dà soluzioni”. Prima di Sala, il video di Gino Rigoldi: “Sostengo Sala perché è competente e deciso, che ha portato a termine Expo. Chi dovrà affrontare il tema della Grande Milano deve essere una persona coraggiosa. E sostengo Sala perché è una persona generosa: potrebbe andare ovunque a fare il grande manager, e invece resta a Milano con mille difficoltà e opposizioni. Avrà un futuro con economicamente niente e guai tanti”.
Beppe Sala: “Avrei voluto fare altre cose, e anche il deejay. Ma sono qui con tutto il mio entusiasmo e la mia passione. E’ il mio primo discorso da politico, quindi abbiate pazienza. Il senso del mio progetto è che non sono mai solo. Vogliamo guardare a coloro che generano crescita e occupazione e che hanno la capacità di effettuare investimenti in innovazioni. I milanesi ci chiedono la città di tutti, dei diritti, della legalità, della legge che si rispetta senza me e senza ma. La giunta di Pisapia è una giunta dalle mani pulite di cui andare orgogliosi ora e sempre. Che cosa penso di aggiungere io a questo modo di gestire la città? A livello di gestione della macchina comunale vorrei una amministrazione trasparente, con obiettivi visibili dai cittadini. E poi vorrei un accordo di programma con l’ANAC di Cantone. Mi ha molto aiutato durante l’Expo e lo chiamerò ad aiutare ancora Milano”.
E ancora: “Milano è la medaglia d’oro della Resistenza, e non dimentichiamocelo. Milano non discrimina nessuno e ricordiamocelo, non discrimina per il colore della pelle ma anche per le preferenze sessuali. Io so che questa cosa la condividete tutti perché siamo naturalmente generosi, perché vogliamo essere rispettati nelle regole e nella nostra generosità”. La sicurezza? “E’ una legittima ambizione. Io non apparterrò mai a quella categoria di politici per cui chi parla di sicurezza è urlare più forte. La sicurezza vera è il diritto dei cittadini. Noi vogliamo porre la massima attenzione al tema dell’abitare. Il tema delle periferie è delicato e chi fa il sindaco deve immaginare a quello che farà non solo in cinque anni, ma alle fondamenta dei prossimi venti. Dobbiamo attingere a nuove sperimentazioni di collaborazione con il privato. Credo di essere l’unico in grado di mettere insieme l’opera del governo, delle istituzioni, di Cassa Depositi e Prestiti”.
“I milanesi vogliono una città forte, ma non per fare esibizioni muscolari, ma per aiutare chi è rimasto indietro - continua Sala - Solo essendo forte Milano può aiutare chi è meno giovane, ed essere ascensore sociale equa, sicura e generosa. Gli anziani devono trovare nuove risposte. Bisogna cogliere tutte le opportunità affinché possano dare il loro contributo alla crescita della città. Ricordiamo che a Milano ci sono 300mila persone sopra i 65 anni e due terzi vivono da soli. La peggiore delle ingiustizie è voltare la testa rispetto a coloro verso i quali dobbiamo riconoscenza e che hanno fatto un percorso con noi. La riconoscenza è una mia ragione di essere”.
Sui bambini, per Sala, bisogna costruire una “Milano progettata giorno per giorno. Dobbiamo rispettare il tempo di vita soprattutto delle donne. Le quote rosa sono state una buona cosa, ma sono una rappresentazione di una parte del mondo femminile che vuole partecipare a un’attività pubblica. Ora bisogna aprire di più al bisogno di tutte le donne in maniera tale che una donna può decidere se rimanere a casa o tornare al lavoro. Sulle scuole il mio impegno personale è mettere mano al tema della ristrutturazione”.
Chiude con i Navigli: “Ho scritto un libro su questo. Milano nasce sull’acqua. Se vinco le primarie, tra le altre cose noi ci impegneremo a studiare a fondo la possibilità di riaprire in Navigli. Ci saranno i politici del non si può, ma anche su Expo dicevano così”, spiega Sala.
Le primarie? “Si fanno per vincere le elezioni, non devono essere solo una cosa di partito. Io non credo che la scelta degli elettori di centrosinistra non farà la differenza rispetto a quel che farà il centrodestra. Se io vincerò le primarie il centrodestra avrà difficoltà come non mai ad oppormi un candidato”.

Articolo pubblicato da Il Giorno.
E' il giorno di Giuseppe Sala. Il candidato alle primarie del centrosinistra presenta le proprie proposte per l'amministrazione della città al teatro Strehler. Stamattina, a mezz'ora dall'inizio della presentazione, i cittadini già riempivano il piazzale di fronte al luogo dove si sta tenendo l'incontro. Ad accogliere i primi ingressi in sala, le note di 'Heroes' di David Bowie, poi The Doors, vasco Rossi e Lucio Dalla: colonna sonora scelta personalmente da Sala. Secondo gli organzizatori, sono 990 le persone arrivate. Presenti a sostenere il candidato, anche volti noti della politica, come il ministro delle Politiche agricole, Maurizio Martina, e dello spettacolo come l'attore, Antonio Albanese, oltre ad alcuni assessori della giunta Pisapia. Primo a parlare e a dire di essere "strenuamente a favore" di Beppe Sala è stato il filosofo Salvatore Veca, coordinatore di Laboratorio Expo e curatore scientifico della Carta di Milano. A presentare l'appuntamento la conduttrice televisiva Camila Raznovich. L'evento viene trasmesso in streaming sul sito dello stesso Sala.
"GARANZIA PER VINCERE DOPO" - "Penso di essere la migliore garanzia per vincere dopo": ha detto Giuseppe Sala. "Le primarie si fanno per vincere le elezioni poi" ha ricordato. "Se io vincerò le primarie - ha aggiunto - il centrodestra avrà difficoltà come non mai ad oppormi un candidato". Però ha voluto sottolineare: "Noi non commissioniamo sondaggi e non ci facciamo condizionare". "Andate casa per casa, investite in un caffè'" per fare compagna elettorale, ha detto al pubblico di sostenitori "ma non pensiamo ai sondaggi, le previsioni è meglio non farle", ha detto Sala facendo due citazioni: "Gli economisti fanno previsioni non perchè le voglio fare ma perchè gliele chiedono", e poi Gramsci: "Prevedere in politica significa agire per" e "questo è quello che dobbiamo fare", ha concluso.
"ATTENZIONE CASA E SERVIZI" - "Massima attenzione alla questione dell'abitare e dei servizi". Questa la priorità espressa dal candidato alle primarie del centrosinistra a Milano, Beppe Sala, in tema di sicurezza. "Il tema delle periferie è delicato", ha poi sottolineato, spiegando che occorre "pensare alla città tra vent'anni", per evitare una "situazione parigina" e che servono "nuovi modelli di collaborazione col privato", in grado di fare di Milano "un avamposto di sperimentazione" per l'abitato. In questo contesto, Sala si è proposto come l'unico candidato capace di "mettere insieme" i contributi e le istanze che potranno arrivare da "governo, imprese e Cassa depositi e prestiti".
"RIAPRIRE I NAVIGLI" - Poi, Sala ha spiegato: "La legalità è un principio irrinunciabile, ed è una eredità che ci lascia la giunta Pisapia, una giunta dalle mani pulite". "Vorrei una amministrazione trasparente, con impegni di spesa e obiettivi accessibili ai cittadini", ha continuato "l'accordo con Anac e Cantone non farà male, non si finisce mai di avere attenzione e lo chiamerò a darci una mano", ha ribadito. E ha anche parlato di un sogno, anzi, più di un sogno: riaprire i Navigli a Milano. "Se vinco le primarie, fra le altre cose - ha detto dal palco - ci impegniamo a studiare a fondo la possibilità di riaprire i Navigli"(VIDEO). "Certo - ha aggiunto - non lo faremo da soli" e questo andrà di pari passo "con il ripensamento della città". "Ci vorranno dieci anni, fondi, è inevitabile. E so che ci sarà un nucleo di politici che si faranno avanti a dire che non si può". Però a loro il commissario Expo Sala ha subito replicato: "ho appena finito una cosuccia che mi dicevano non si poteva fare".
"APRIRE DI PIU' ALLE DONNE, ANZIANI E BAMBINI" - "Le quote rosa sono una buona cosa ma sono una rappresentazione di una parte del mondo femminile che vuole partecipare di più alla vita pubblica. Bisogna aprire di più al bisogno delle donne, per cui una donna possa decidere se restare a casa o tornare al lavoro", ha detto il candidato alle primarie, in riferimento al tema delle quote rosa proposto dalla contendente Francesca Balzani. "Dobbiamo pensare alle debolezze e alle fragilità, ma anche fare il più possibile per coinvolgerli", ha detto riguardo agli anziani, sottolineando che occorre "far sì che possano dare il loro contributo alla crescita della città. Sull'infanzia, ha invece dichiarato: "Costruire una Milano a misura di bambino è un dovere ma anche un ottimo investimento per il futuro". Dopo il parto, ha poi aggiunto Sala, "una donna deve poter decidere se restare a casa, legittimamente, o tornare al lavoro". In quest'ottica, il candidato ha anche rimarcato l'importanza dei fondi destinati alle scuole.
"OSSESSIONE DI CREARE LAVORO" - Sala ha spiegato: "Se sarò sindaco di Milano avrò l'ossessione di creare lavoro". Milano è una città "che si riconosce nel lavoro e nella crescita - ha aggiunto - e deve offrire delle concrete opportunità a quelli che vogliono essere i suoi protagonisti. Noi guardiamo soprattutto a giovani, che arrivano da tutta Italia e dal mondo, e a coloro che generano crescita, occupazione e possono sostenere investimenti in innovazione". La Milano illustrata da Giuseppe Sala è una città "capace di aiutare coloro che cercano una opportunità positiva per la loro vita, indipendentemente dal loro ceto, colore della pelle, religione", ha concluso. A fine intervento sono partite le note dell'Inno alla gioia mentre sul palco hanno iniziato a scattare le foto di rito fra gli altri con i volontari, gli assessori della giunta Pisapia che lo sostengono, e anche l'ex vicesindaco Ada Lucia De Cesaris.

Video di Repubblica delle persone in coda davanti al Piccolo Teatro»»  

Articolo di Alessia Gallione per La Repubblica.
C’è il sogno. Anzi, la promessa da far uscire dalle carte dei progetti: “Se vinco le primarie, fra le altre cose ci impegniamo a studiare a fondo la possibilità di riaprire i Navigli”. Una rivoluzione da immaginare nel tempo, mano a mano che la “città verrà ripensata” e da fare “non certo da soli”. Ma questa, assicura Beppe Sala, potrebbe non essere soltanto un’utopia. “Ci vorranno dieci anni, fondi, è inevitabile. E so che ci sarà un nucleo di politici che si faranno avanti a dire che non si può”, spiega il manager. Che proprio partendo dalla sua esperienza in Expo anticipa la replica: “Ho appena finito una cosuccia che mi dicevano non si poteva fare”.
E’ una Milano che riaffiora dalle sue (antiche) acque, quella che ha disegnato Sala. E non solo. Dal palco del Piccolo teatro Strehler il commissario ha tratteggiato la sua visione di città. Che, con tre aggettivi, ha descritto come “giusta, forte e bella”. Un programma che parte anche da quello che lui potrà aggiungere a un lavoro che, dice partendo dal suo slogan “Noi, Milano”, è di squadra. Perché il suo essere manager, Sala non lo rinnega. Anzi: “Non pretendo di avere la soluzione a ogni problema, ma penso di essere la persona giusta per ascoltare e poi guidare. Un manager fa questo: raduna le persone e ascolta, sa dire quando è il momento di smettere di parlare e poi guida”, dice.
Una rivendicazione, quella di sapere fare rete, che ora vuole utilizzare per Milano. I suoi avversari (Francesca Balzani, Antonio Iannetta, Pierfrancesco Majorino) alle primarie del 6 e 7 febbraio, aggiunge, sono tutti “seri e preparati”. “Ma io sono l'unico che può mettere insieme l'opera del governo, della Cassa Depositi e Prestiti, delle fondazioni, delle imprese e degli investitori stranieri”, spiega. E soprattutto, rilancia, “sono la migliore garanzia per vincere dopo” contro il centrodestra, il candidato più temuto.
In sottofondo una colonna sonora selezionata da lui: dai Doors a Vasco Rossi. Sul palco un leggio, sfondo rosso e logo in vista. In platea volontari con le magliette bianche e oltre mille persone arrivate per ascoltarlo e molti volti noti: dal Pd di fede renziana al ministro Maurizio Martina, dall’attore e regista Antonio Albanese allo chef Davide Oldani, dalla mamma seduta accanto a lui agli assessori della giunta che lo sostengono, dal filosofo Salvatore Veca alla cantante Paola Turci. Ecco la scenografia scelta per lanciare, come hanno già fatto i suoi sfidanti, le sue idee. E aprire una corsa che descrive come la “prova più complessa della mia vita”.
Se diventerà sindaco assicura che avrà una “ossessione”: “Creare lavoro”. Nel suo “primo discorso da politico”, Sala cita il sindaco Greppi, Gramsci, parla del cardinale Martini, “il più grande padre spirituale della città”. E poi spiega che cosa intenda per “città giusta, aperta, tollerante”. La prima immagine: Milano deve essere un “ascensore sociale” e, “a prescindere dal colore della pelle, le scelte religiose e dagli orientamenti sessuali”, deve essere di tutti e accogliere tutti. Sulla sicurezza, dice, “non apparterrò mai alla categoria dei politici per cui si fa urlando più forte”.
Massima attenzione al tema della casa, a quello “delicato” delle periferie - per cui “dobbiamo far sì che Milano diventi avamposto di sperimentazione” – e alle fasce deboli. In questo caso, Sala parla di anziani - che devono essere protetti, ma anche “poter dare il loro contributo” – e di bambini perché costruire “una Milano a misura di bambino è un ottimo investimento per il futuro”. E poi le scuole: “Il mio impegno personale è di metterci mano” perché “sono belle ma dell'800 e '900” e hanno bisogno di investimenti.
Tra i punti anche la Città metropolitana (“Se diventerà sindaco me ne occuperò in prima persona presiedendo con assiduità la giunta”), una riforma della macchina amministrativa e i rapporti con Roma: “Milano deve essere meno dipendente da Roma e più collegata al mondo, e non lo dico da leghista”. L’appello finale è rivolto a tutti. “Andate e moltiplicatevi”, formula dal sapore evangelico per incitare volontari e non solo a diffondere il messaggio delle primarie. L’obiettivo del manager, infatti, è quello di allargare il più possibile la platea di votanti.

File PDF contenete la rassegna stampa di quanto pubblicato sui quotidiani sull'incontro»

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