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Maroni non ha spezzato il legame tra politica, nomine e affari

Written by Sara Valmaggi.

Sara ValmaggiLa sfiducia a Roberto Maroni è per non aver saputo spezzare il legame tra politica, nomine e affari.
All’atto del suo insediamento, nel 2013, il Presidente di Regione Lombardia sottolineava l’importanza di una discontinuità nella gestione di un sistema di gestione del sistema socio sanitario lombardo che aveva mostrato forti elementi di criticità e di tenuta della legalità. 
Oggi, a poco più di 2 anni di distanza, non possiamo che riscontrare il fallimento delle promesse e il persistere di fenomeni che minano nel profondo la credibilità dell’istituzione regionale. 

I problemi emersi in questo lasso di tempo non sono stati colti da Maroni e dalla sua giunta, nemmeno quando nel 2014 la Commissione di inchiesta, istituita per verificare la rispondenza dei principi di trasparenza della pubblica amministrazione e l’operato dei direttori generali delle aziende sanitarie coinvolti in procedimento penale, aveva messo in luce come la condotta del direttore generale coinvolto fosse “sostanzialmente idonea a nuocere all’imparzialità e all’indipendenza dell’agire amministrativo e non appariva in linea con i canoni di buona amministrazione”.
L’arresto dell’ex assessore alla sanità Mantovani, a cui oggi è stata respinta l’istanza di scarcerazione, è quindi solo l’ultimo atto di un modo di governare Regione Lombardia che non ha saputo agire in profondità per allontanare i fenomeni di vischiosità e corruzione.
Serve allora spezzare con forza il legame tra politica e sistema delle nomine. Da qui la nostra mozione di sfiducia. Serve allontanare ogni elemento di sospetto che possa incrinare la fiducia dei cittadini nel proprio sistema di governo e questo spetta sicuramente ad una rinnovata classe politica.

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