A Milano la sfida è nazionale

Mi sembrano totalmente condivisibili, coerenti con gli interventi dello stesso Guerini e del segretario Renzi nei mesi scorsi. Ribadiscono il ruolo nazionale della sfida di Milano, l’autonomia delle scelte milanesi e il ruolo delle primarie, che si devono fare. Tre capisaldi che hanno una caratterizzazione molto milanese.

Perché?

Perché sia Guerini che Pisapia hanno ribadito lo stesso giorno la necessità di tenere insieme la coalizione che ha eletto il sindaco e lo ha sorretto in questi anni. E questo vuol dire che come sempre nella sua storia e in quella della sinistra, la Milano riformista ripartirà da una visione d’insieme del centrosinistra. In una situazione del genere non potrei trovarmi meglio.

Non solo lo spero ma penso che sarà così.

Non è una preoccupazione ma una giusta caratterizzazione. Abbiamo tre cose da tenere insieme. Un fronte ampio di centrosinistra, coloro che a Milano militano in altri partiti e dobbiamo tenere insieme anche il resto dei milanesi.

No, assolutamente. Giuliano sta facendo il direttore d’orchestra. E l’orchestra che ha guidato in questi anni è composta da persone che rappresentano la Milano dei partiti ma anche una più diffusa sensibilità civica. Penso di essere il candidato in grado di rappresentare e dialogare con tutte queste realtà.

No, la sento come l’affermazione di un partito che ha una forza nazionale ma ha anche la capacità di rispettare l’autonomia dei territori. Milano non è come altri territori, dove alle recenti elezioni amministrative si sono fatte le primarie. A Milano le abbiamo sempre fatte e le faremo bene.