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La vittoria di Schlein e il ruolo del cattolicesimo democratico

Written by Alberto Losacco.

Articolo di Alberto Losacco pubblicato da Huffington Post.

Il dato politico delle primarie è inequivocabile. I nostri elettori chiedono un Pd chiaro e riconoscibile sulle grandi sfide del nostro tempo, l’ambiente e le diseguaglianze sociali, le migrazioni e la lotta alle discriminazioni.
Siamo dentro una trasformazione epocale che si riverbera sulla vita delle persone, sugli assetti sociali, sulle istituzioni democratiche che sono chiamate a modificare assetti e parole d’ordine in modo veloce e repentino.
Per questo sarebbe un grave errore leggere tutto questo con gli occhiali del Novecento: parlare di radicalità oggi non significa spostarsi verso l’estremità dell’asse politico, ma significa riscoprirne il senso etimologico, quello di andare alla radice dei problemi.
In fondo il primo a intuirlo è stato proprio Papa Francesco che come primo atto del suo pontificato emanò l’enciclica “Laudato si'” sulla tutela della nostra casa comune. Mai un pontefice aveva visto nei temi dell’ecologia integrale e della riconversione l’asse portante dell’azione evangelica. Anche per questi motivi il clima culturale rinnovato ha determinato che tanti settori, magari distanti nel corso dei decenni, dalle canoniche aggregazioni partitiche abbiano trovato nella proposta di Elly Schlein una risposta ad una domanda di innovazione e coerenza. È stato così anche per i giovani cattolici impegnati nel terzo settore, nell’associazionismo e nelle esperienze di base. Il tema, appare oggi come maturare una visione e una risposta d’insieme ai tanti interrogativi che solleva questo tempo completamente nuovo. È da qui che passa, oggi, la credibilità della politica.
La destra lo ha capito da tempo. E lo gestisce, sul mercato del consenso, trasformando lo straniamento congenito di ogni cambiamento in nuove paure. È la destra che continua a vendere il fenomeno epocale della migrazione come un tema di ordine pubblico, che racconta la questione ambientale come un vezzo da sinistri acchiappanuvole. È la destra che nelle prossime settimane si presenterà come tutrice dalle angherie europee dell’automobile e della casa.
Dobbiamo reagire se non vogliamo che all’equazione truffa della resistenza al Green New Deal come difesa dei ceti più deboli, dei posti di lavoro, delle case degli italiani, per fare del Pd il partito del nuovo modello di sviluppo.
È una sfida che interpella molto da vicino proprio i cattolici democratici chiamati, per storia e sensibilità, a portare un contributo fondamentale su almeno tre fronti.
Il primo sta nella ragione fondativa del cattolicesimo democratico, ossia la sua capacità di alimentare una dinamica virtuosa tra il piano politico e la dimensione sociale attraverso il ruolo dei corpi intermedi, del terzo settore, delle reti di volontariato, di tutto quello cioè che organizza la società in un’ottica di avanzamento sociale.
Senza quest’incontro fecondo, anche le migliori politiche rischiano di accartocciarsi in un illuminismo normativo o, peggio ancora, in un pedagogismo che guarda alla società come a un soggetto passivo e non come un elemento attivo del cambiamento.
Il secondo fronte è quello della manutenzione degli strumenti democratici. È dagli ambienti del cattolicesimo democratico che, nelle svariate crisi che si sono succedute in questi anni, che sono arrivati gli allarmi più forti e i contributi più importanti per mettere in sicurezza le nostre istituzioni. Oggi, questa difesa deve tramutarsi nell’elaborazione di un rilancio degli strumenti della partecipazione alla vita democratica, nella convinzione che la democrazia non può ridursi a semplice delega se vuole garantire i suoi elementi sostanziali nella società della complessità e dell’ipervelocità.
Il terzo elemento è quello della dimensione etica dell’impegno collettivo, del principio della dignità umana come faro che orienta la posizione del nuovo Partito Democratico in tutti i temi che investono o mettono a rischio questo valore.
Davanti a una destra che alimenta nuove e vecchie paure, il ruolo del cattolicesimo democratico è essenziale per dare spessore e prospettiva a una politica del cambiamento: quella che cioè prova a valorizzare nelle trasformazioni le opportunità e mette un argine alla criticità. Perché sa che il vento non si ferma con le mani e il futuro, ogni futuro, può essere un tempo migliore. Il riformismo è questa materia: un idealismo radicale che si salda con uno stringente pragmatismo.