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Sto con Elly Schlein: al Pd serve discontinuità radicale

Written by Franco Mirabelli.

Intervista di Affaritaliani a Franco Mirabelli.

"Al Congresso sostengo Elly Schlein perché mi pare evidente che il Pd abbia bisogno di una discontinuità radicale". Franco Mirabelli, senatore lombardo del Pd, in un'intervista ad Affaritaliani.it Milano auspica una larga partecipazione alle primarie: "Ci metterebbe nelle condizioni di poter ripartire con più fiducia e sarebbe un segnale importante".
Mirabelli, perché proprio Schlein?
Tutte le ultime tornate elettorali dicono che si è rotta quella sintonia con un pezzo del Paese e soprattutto con quella parte di Italia che vorremo rappresentare. A questo si risponde con una discontinuità che Elly può rappresentare. Fuori da noi, la sua è l'unica candidatura che possa essere percepita come una novità e come il cambiamento.
Un cambiamento che Stefano Bonaccini non può garantire?
Bonaccini è un dirigente che insieme a tanti altri ha rappresentato il Pd negli ultimi 20 anni e sicuramente al di fuori non viene vissuto come nuovo. Noi abbiamo bisogno invece di discontinuità e anche di dare l'idea che sulle priorità, come la lotta diseguaglianze e alla precarietà, la transizione ambientale e il lavoro, siamo in grado di pronunciare affermazioni nette, cosa di cui Elly è capace. Questo è necessario per tornare a essere credibili dopo anni di governo in cui sicuramente abbiamo fatto bene a dare risposte di responsabilità al Paese, ma in cui non siamo riusciti ad apparire chiari e netti.
Schlein è in vantaggio su Milano città. Come giudica questo dato?
Un vantaggio in città nemmeno tanto piccolo. E non era scontato essere davanti a Milano. Tra l'altro Schlein vince anche a Sesto, a Magenta, ad Abbiategrasso e in moltissimi grandi Comuni della provincia. Un dato inatteso e positivo, che ci dice che in questa area del Paese, dove il Pd c'è e governa, la proposta di Elly incontra una domanda di cambiamento e di innovazione che evidentemente è presente anche tra gli iscritti. Verso Schlein c'è stato un movimento d'opinione: se guardiamo alle forze che sostenevano Bonaccini non ci sarebbe dovuta essere storia.
A prescindere da chi vincerà, il futuro del Pd è quello di camminare insieme al M5s?
Ora più che mai le alleanze si fanno sui contenuti e sulle battaglie da fare contro il governo delle destre. Penso che ormai sia chiaro a tutti, anche dopo le elezioni regionali di Lazio e Lombardia, che la barra da tenere sia quella di lavorare per unire tutte le opposizioni e organizzare una proposta alternativa. Sennò non se ne esce.
È passato troppo tempo tra la sconfitta alle nazionali e il congresso?
In realtà noi siamo l'unico partito che fa un congresso vero e fa partecipare gli iscritti e gli elettori. Forse i tempi sono stati troppo lunghi, ma le difficoltà ad organizzare l'opposizione, viste anche le divisioni, non credo siano legate al congresso del Pd. Questa settimana dobbiamo lavorare per garantire il massimo della partecipazione.

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