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La lotta alle mafie e la Giustizia

Written by Franco Mirabelli.

Intervento di Franco Mirabelli a Radio Immagina (video).

L’arresto di Messina Denaro è sicuramente un fatto che ci aspettavamo da tempo. È un grande successo degli investigatori e della magistratura; una vittoria dello Stato. È l’ennesimo colpo che lo Stato dà alla mafia.
Quello di Messina Denaro, inoltre, è un arresto che può aprire molti altri capitoli per fare chiarezza sull’epoca delle stragi ma anche per svelare fino in fondo quali sono le connivenze e le coperture che un boss come lui ha ricevuto da quelle che il Procuratore di Palermo De Lucia ha definito “una parte della borghesia siciliana”.
Credo che ci siano molti filoni di inchiesta importanti e dovremo seguirli.
Credo anche che la politica dovrebbe pensare meno a polemizzare su un fatto che credo tutti dovremo riconoscere come un grande successo di tutto lo Stato e delle istituzioni e occuparsi di fare la propria parte.
Credo che in Parlamento dovremo arrivare al più presto a istituire la Commissione Antimafia, avendo chiaro che l’inchiesta che ha portato all’arresto di Messina Denaro e tutto quello che ne conseguirà sarà un punto importante dell’azione e del lavoro della prossima Commissione Antimafia ma sapendo anche che quell’arresto non significa aver sconfitto le mafie che ci sono e sono ancora molto forti, a partire dalla ‘ndrangheta. La prossima Commissione Parlamentare Antimafia, quindi, dovrà occuparsi di come proteggere l’economia legale dall’aggressione mafiosa - dato che le mafie stanno riciclando miliardi che provengono da azioni delittuose nell’economia legale - e come affrontare il grande tema dell’internazionalizzazione delle mafie, che non sono più solo un fenomeno delle Regioni del Sud o italiano ma ormai hanno assunto una dimensione internazionale e a quel livello vanno combattute.

Penso che la relazione al Parlamento di Nordio sia stata burocratica, totalmente insufficiente, mancava una parte importante riguardante la necessità di applicare al più presto la riforma Cartabia con i Decreti attuativi. Il giudizio che il PD ha dato è, quindi, negativo.
Rispetto alla questione delle intercettazioni, direi che siamo sempre nel campo di una maggioranza schizofrenica: da un lato si introducono nuovi reati per affrontare questioni come quelle del rave o degli scontri tra tifosi e dall’altra parte si continuano ad allentare le maglie rispetto al perseguire i reati corruttivi. È stato fatto nel Decreto Rave, ad esempio, togliendo i reati contro la Pubblica Amministrazione dal novero dei reati ostativi, cioè più gravi.
Con il nuovo Codice degli appalti, inoltre, si consegna l’80% degli appalti all’affidamento diretto senza gara e adesso si teorizza per ragioni economiche la necessità di ridurre uno strumento investigativo fondamentale come quello delle intercettazioni per tutti i reati diversi da quelli che riguardano la mafia.
Ci mancherebbe che volessero togliere le intercettazioni pure per i reati di mafia!
Il punto è che, però, si continua a ragionare ancora una volta sulla restrizione non dell’utilizzo pubblico dell’intercettazione, che è cosa giusta e le norme in materia sono migliorabili, ma addirittura si mette in discussione la possibilità di utilizzare le intercettazioni per i reati come quelli corruttivi.
Qui sta la preoccupazione maggiore che deve avere chi vuole combattere la mafia perché è evidente che si allargano le maglie sulla corruzione e la corruzione è uno strumento fondamentale per le mafie di agire e di penetrare l’economia legale.

Video dell’intervento»

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