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Commiato dal Consiglio Comunale di Cusano Milanino

Scritto da Lorenzo Gaiani.

Lorenzo GaianiGiunti al termine di questo Consiglio comunale, l’ultimo del mandato apertosi nel giugno 2014, desidero dire alcune parole giacché, come è noto, non sarò candidato alla mia successione alle elezioni del prossimo 26 maggio.
Sono entrato per la prima volta in quest’aula da consigliere nel 1991, in surrogazione di un collega dimissionario, e successivamente ho fatto parte di tutti i Consigli che si sono succeduti dal 1999 in poi, per dieci anni come Presidente, per cinque come capo dell’opposizione e per cinque come Sindaco. Per quel che ricordo non ho mai saltato una sola seduta consiliare.
Dal 1991 in poi molte innovazioni si sono succedute, a partire dalla più radicale di tutti, l’elezione diretta del Sindaco da parte dei cittadini, forse la più apprezzata fra le numerose riforme elettorali di questi trent’anni perché permette un legame più diretto fra la figura che guida l’Amministrazione comunale e l’elettorato.
Il ruolo del Consiglio comunale è stato indubbiamente ridimensionato rispetto ad una fase storica in cui ogni singolo atto della Giunta, anche quello che oggi potrebbe tranquillamente passare con una determinazione di un funzionario, era sottoposto all’obbligo della ratifica da parte del Consiglio.
Tuttavia, non si può nemmeno dire che il Consiglio sia completamente ridotto all’inutilità, dal momento che esso influisce sui principali indirizzi politici dell’Amministrazione, a partire dalla materia dei bilanci e dei Piani di governo del territorio, e conserva un potere pressoché illimitato di ispezione sugli atti del Sindaco, della Giunta e dell’apparato tecnico.
Se c’è un dato che mi pare critico della legislazione nel corso di questi anni è quello della costante deresponsabilizzazione degli organi esecutivi, Sindaco e Giunta, a beneficio della struttura tecnico- burocratica, il che rischia di vanificare il ruolo della politica e infonde spesso nella cittadinanza il dubbio che non vi sia poi grande differenza fra le diverse proposte delle forze politiche. Nessuno rimpiange l’invadenza e le lottizzazioni di un tempo, ma l’impotenza della politica è una delle cause più evidenti della disaffezione alla democrazia da parte di larghi settori della cittadinanza.
A ciò si aggiunga la tendenza, forse da qualche tempo in via di parziale correzione, al restringimento dei finanziamenti ai Comuni e alla conseguente riduzione della capacità di spesa e di sostituzione del personale che lascia il servizio, che incide in termini significativi sulla capacità degli Enti locali di rispondere con efficacia ai bisogni dei cittadini.
In questi anni ho imparato molto, e soprattutto in questi ultimi cinque ho visto in modo più diretto come il passaggio dalla dimensione programmatica a quella pratica sia problematico, complesso, appesantito da procedure spesso necessarie, talvolta incomprensibili, che impediscono quella speditezza che noi tutti vorremmo nella realizzazione delle idee che ci stanno a cuore. Sicuramente questo mi ha reso più prudente e per certi versi più solidale nel giudicare l’azione di chi ricopre questo incarico così ricco di suggestioni e di difficoltà, a qualunque parte politica appartenga.
Valuto comunque questo ventennio come un’occasione privilegiata per essere stato a contatto con le problematiche amministrative, cioè con la vita quotidiana delle persone, e spero di aver sempre interpretato i ruoli che via via mi sono trovato a ricoprire con spirito di servizio, secondo l’insegnamento che ho ricevuto dai miei maestri.
Ringrazio per la loro collaborazione gli Assessori, i consiglieri comunali , i Segretari generali, i funzionari e tutti i dipendenti del nostro Comune: mi rammarico sinceramente per gli errori che sicuramente ho commesso, a maggior ragione se a causa di essi ho ferito qualcuno. Ringrazio anche i Sindaci miei predecessori per quanto ho imparato da loro: fra di essi, a quasi dieci anni dalla sua scomparsa, ricordo in particolare Rino Alberti, che Sindaco lo fu per poche settimane, ma che è stato maestro di vita e di politica per tutta la sua esistenza.
So che diversi consiglieri e Assessori uscenti si ripresenteranno , e formulo a ognuno di loro i miei migliori auguri, pur mantenendo evidentemente le mie opinioni politiche : mi compiaccio soprattutto del fatto che il prossimo Sindaco sarà quasi sicuramente una donna, per la prima volta nella storia del nostro Comune.
I Sindaci vanno e vengono: Cusano Milanino rimane, ed è alla nostra cittadina, al nostro Paese e all’Europa che dobbiamo guardare con determinazione e speranza.
Come scriveva Eugenio Montale: “Nel futuro che s’apre le mattine /Sono ancorate come barche in rada”.
Quel che ci serve è il coraggio per navigare.

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