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E adesso l'alternativa riformista

Scritto da Emanuele Fiano.

Emanuele FianoLe primarie del Partito Democratico del 3 Marzo hanno raccolto una partecipazione, che, come è già accaduto, è andata molto al di là delle più ottimistiche previsioni. C’è dunque un gran numero di cittadini che continua ad essere partecipe e protagonista delle nostre scelte. Anzi, oltre l’infatuazione per le piattaforme digitali o per le dirette Facebook, la nostra è la comunità “partecipante” più grande tra i partiti europei. Al di là di quello che noi si percepisca e troppo spesso sottovalutiamo.
La vittoria di Nicola Zingaretti è stata chiara, netta. Non era il mio candidato, io ho votato per Maurizio Martina, e a maggior ragione quindi, visto che considero la nostra articolazione interna una ricchezza, il mio comportamento sarà quello di chi crede nella politica, nelle organizzazioni democratiche e nel pluralismo.
Sono convinto che serva un Partito che rispetti sempre il pronunciamento dei nostri elettori, e dunque pur con le mie idee, sarò sempre leale e collaborativo con il nuovo segretario del mio Partito. E sono certo che lui sarà rispettoso della diversità di opinioni presenti, come ricchezza irrinunciabile del PD.
Lo dice la sua storia.
Anche grazie alle nostre Primarie, alla grande mobilitazione di piazza come quella di Milano, alla quotidiana battaglia politica in Parlamento, è iniziata una nuova fase politica.
La plastica immagine di queste giorni alla Camera in cui, nel silenzio succube dei Cinque Stelle e nel silenzio tattico della Lega, Forza Italia, sposa tradita da Salvini, e Partito Democratico, dibattono, solo tra loro, su questioni dirimenti della Democrazia su fronti diametralmente opposti, (Legittima difesa) fotografa l’inizio di un cambiamento della dinamica politica.
I 5S, il terzo polo che ha spezzato l’assetto bipolare dei 20 anni precedenti, sta mostrando tutti i suoi limiti, dal caso Diciotti, alla Tav e, ovviamente, sulla “Legittima Difesa”, passando per il Global Compact, per il TAP e ILVA: si sta prosciugando il consenso raccolto il 4 Marzo e per questo si riaccende anche a livello nazionale il tentativo di ricomposizione del centrodestra, come è nelle Regioni e nei Comuni. Il Movimento fondato da Grillo, approva le leggi ideologizzate della Lega, silenzioso e imbarazzato, perchè in gioco c’è “la poltrona”. Per questo ieri Forza Italia ha esposto gli striscioni con scritto “Finalmente una cosa di centrodestra” al momento dell’approvazione della nuova “Legittima difesa”. Troppo indeboliti e poco capaci i grillini, troppo evidente il traino ideologico di Salvini per non sentire odore di un nuovo centrodestra.
Nelle stesse ore in cui, sulla vicenda TAV, andava in scena la “notte bianca” di Palazzo Chigi, prima vera quasi crisi del governo.
E’ evidente che su questa vicenda delle infrastrutture e dello sviluppo sostenibile si stanno polarizzando le visioni del futuro e dei modelli di sviluppo, e noi non possiamo avere dubbi su quale sia la nostra parte. Per questo credo che bene abbia fatto Zingaretti, come sua prima uscita ufficiale da nuovo segretario, ad andare a Torino in appoggio al TAV e al nostro Presidente Chiamparino.
Qui, in questa disputa sul modello di sviluppo, in questa complessa discussione che riguarda le risposte da dare alla crisi del sistema economico e sociale che stiamo da tempo attraversando, si gioca anche l’identità del più grande partito della sinistra europea, cioè il PD. Il fronte di questa battaglia corre lungo la difesa di una visione dell’Europa sempre più integrata, dove società, politica e economia non siano mai disgiunte. Dove alle giuste domande davanti ad un futuro che può generare paure e insicurezze, le risposte siano quelle giuste della democrazia, della cooperazione, della sostenibilità sociale e ambientale.
Dove la sinistra non finisca nella tentazione di una ridotta identitaria, fatta di ricette che la storia ha già giudicato, ma sia motore di un riformismo solidale e radicale, capace di cancellare ingiustizie e disparità, interloquendo, però, con l’intero corpo sociale e cercandone di rappresentare la parte più larga.
Il populismo ha, tra le altre, la caratteristica di guardare sempre indietro, al passato vero o mitologico che sia. Noi abbiamo, di contro, il dovere di guardare dritto davanti a noi e costruire il futuro già nel presente che viviamo. Questa sarà la cifra del mio impegno, questo è l’invito e l’augurio che faccio al mio nuovo segretario di Partito.

Per seguire l'attività di Emanuele Fiano: sito web - pagina facebook

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