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Più tasse, meno investimenti, più condoni e più tagli

Scritto da Emanuele Fiano.

Emanuele FianoE' difficile nell’annunciare la posizione che il Partito Democratico terrà sul voto a questa manovra di bilancio, scindere tra i due fatti che sono di fronte a noi: il merito di questa legge, che come dirò dopo è fatta da più tasse, meno investimenti, più condoni e più tagli, e il metodo con cui questa legge è stata approvata dal Parlamento italiano.
Questa non è la terza lettura della legge di bilancio, come nello svolgimento ordinato secondo Costituzione avrebbe dovuto essere: perché l’unica lettura che è stata fatta realmente, con discussione di emendamenti, della legge di bilancio è la lettura di una legge di bilancio fatta alla Camera che non c’è più.
Questa è la seconda lettura non fatta della legge di bilancio.
Voi avete scelto di far morire una regola, voi del Governo, voi della maggioranza e lei Presidente Fico: avete sepolto e offeso il dettato dell’articolo 72 della Costituzione. Ma il danno, Presidente e signori del Governo, il vulnus, la ferita alla democrazia che reca questo singolo fatto, non è rivolta ai singoli parlamentari che vi parlano, e nemmeno ad una norma astratta: il danno è per i cittadini, perché il nodo del rapporto tra potere esecutivo e potere legislativo nelle democrazie liberali è fatto perché il popolo possa avere la possibilità di farsi rappresentare, e che i loro rappresentanti possano modificare le opinioni dei Governi, anche di quelli che sostengono. Perché qui il problema è che il popolo non è stato rappresentato: quando un deputato della Repubblica non può intervenire sulla legge di bilancio è il popolo che non può intervenire. La domanda è: perché, signor Presidente e Presidente Conte, perché avete fatto così? Perché vi siete ridotti a calpestare l’articolo 72? Ve lo dico io, ve lo diciamo noi: perché, dopo aver fatto la voce grossa con Bruxelles, dopo aver attaccato, offeso, sbeffeggiato, prodotto vignette, fotografie, selfie, irriso le abitudini dei commissari europei, del Presidente della Commissione europea, voi, non noi, voi vi siete messi in ginocchio con il piattino a Bruxelles e avete pregato perché non ci mandassero in procedura di infrazione. E così da un giorno all’altro avete dovuto trovare 10 miliardi nuovi con la coda tra le gambe per risolvere questo problema. Non c’era nessuna manina, nessun complotto, nessun balcone: voi, dopo due mesi di presa in giro dell’Italia, siete tornati al punto di partenza del calcolo del deficit di questo Paese. E allora avete dovuto aumentare le tasse. Le avete dovute aumentare anche al Terzo settore, avete dovuto aumentare i condoni, avete dovuto ridurre gli investimenti, avete dovuto ridurre e tagliare le vostre principali azioni politiche, quelle con cui vi siete presentati al Paese nella campagna elettorale, svuotandole di efficacia: le vostre misure, che ancora non ci sono. È per questo, Presidente, per il ritardo dovuto al fatto che avete dovuto rimangiarvi tutto quello che ci avete detto per due mesi: mai toccheremo il 2,4 per cento, mai noi - a Porta a Porta avete detto - abbiamo scritto quelle norme, è stata una manina, una manina che si è persa tra Bruxelles e Roma; perché voi la manovra ve la siete fatta scrivere a Bruxelles, e perché dopo Bruxelles non potevate più esporvi al rischio della democrazia, portando, come è nelle democrazie liberali, la legge di bilancio ad essere discussa dai parlamentari di questa Repubblica in questa sede. Dunque, avete tenuto ben strette le vostre poltrone, al riparo dalle procedure di infrazione, mettendo in palio la norma della democrazia. Ma oltre alla forma, che avete irriso e calpestato, ci sono i fatti di questa legge di bilancio, che parlano da soli. Negli ultimi cinque anni la pressione fiscale in questo Paese è scesa dal 43,6 per cento al 42 per cento: oggi, con questo vostro bel regalo, risale di quattro decimali. Voi siete coloro che aumentano le tasse in questo Paese! Questo è un fatto, non un’opinione: ed è un fatto regressivo per l’economia italiana. Gli investimenti e i contributi agli investimenti, calcolati sull’indebitamento netto, sono meno 1 miliardo e 63 milioni, e meno 850 milioni di cofinanziamento ai progetti europei: questo è un fatto ed è un fatto regressivo per la nostra economia. Il ritardo con cui ci avete portato la manovra di bilancio, il ritardo con cui vi siete inginocchiati a Bruxelles, è costato miliardi a questo Paese, miliardi alle famiglie italiane, miliardi dovuti all’aumento dello spread; e questo è un altro costo regressivo che pagheranno gli italiani, a partire dall’anno prossimo. “Quota 100”, una delle bandiere dalla campagna elettorale e uno degli emblemi di questa manovra di bilancio: ma voi, che pensate di illuderci dicendo che per ognuno dei pensionati – e lo potete dire solo per il settore pubblico – che andrà in pensione prima ci sarà un posto di lavoro, ma chi credete di prendere in giro se contemporaneamente bloccate le assunzioni nel settore pubblico? Come possono esserci le assunzioni in ragione di ognuno che va in pensione, se le assunzioni sono vietate da questa manovra di bilancio? Il reddito di cittadinanza. Il reddito di cittadinanza ha, al netto degli investimenti dei centri per l’impiego, 3,6 miliardi, netti, di nuovo investimento, che, come hanno già detto altri colleghi dell’opposizione, ripartiti per i 5 milioni circa, la cifra, purtroppo, in questo Paese di poveri assoluti, fa poco più di 60 euro pro mese pro capite di coloro che voi volete raggiungere. E come si fa a raggiungere la cifra bandiera illustrata, di 780 euro con questa cifra? Perché illudete milioni di persone che li aiuterete, se non li aiuterete ma darete loro soltanto una mancetta? In ordine al raddoppio delle tasse per gli enti no profit, avete in maniera indegna giocato ai giochi di parole sul fatto che esista un profit in un ente no profit, facendo finta di non sapere che gli enti no profit reinvestono i loro utili. La verità, a proposito di profit, è che voi vi siete approfittati di questi enti per trovare i soldi per l’accordo che avevate stipulato in Europa (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Ma non lo diciamo noi: lo dite voi che avete annunciato che cambierete la norma direttamente, già a gennaio. Avete indebitato gli italiani - le prossime generazioni - nei prossimi due anni per 50 miliardi di euro sulle clausole di salvaguardia, perché a voi non interessa ciò che succederà in futuro: a voi serve una manovra da portare per la campagna delle elezioni europee e non vi interessa il futuro degli italiani. Dunque, aumentano le tasse complessivamente di oltre 6 miliardi e i lavoratori autonomi pagheranno un miliardo in più di tassazione. Questi sono alcuni fatti, non le nostre opinioni. Sono fatti dovuti all’algebra, sono riscontrabili, derivano dagli uffici che hanno studiato, in questa Camera, la manovra, sono ferite all’economia e allo Stato sociale di questo Paese, alla condizione dei singoli cittadini italiani. E per produrre questo danno ai cittadini voi avete anche scelto di ferire la democrazia. Non è la prima volta che lo fate, perché voi - e mi rivolgo, per il suo tramite, al Vicepresidente Di Maio - avete proposto, all’inizio di questa legislatura, l’impeachment per il Presidente della Repubblica Mattarella, che ringraziamo per il suo lavoro e che salutiamo con deferente saluto. Voi, avete detto che la magistratura non è eletta al pari dei politici, provando ad attaccare l’indipendenza della magistratura. Voi, state proponendo a questo Paese un referendum senza quorum per abolire il ruolo legislativo dei Parlamenti. Voi, avete scelto di tagliare i contributi all’editoria, perché le voci libere che criticano i Governi evidentemente vi danno noia. Voi, state proponendo a questo Paese di togliere il controllo della Banca d’Italia indipendente sulle nostre riserve auree per utilizzarle ai fini delle politiche del Governo, caso mai successo prima nella nostra storia. Ho finito, Presidente. Io non condivido l’idea - ha detto prima la collega Meloni - che questa manovra non abbia un disegno. Questa manovra ha un disegno ed è un disegno pericoloso. Questa maggioranza vuole modificare lo statuto della nostra democrazia liberale per permettere la modifica dello Stato sociale di questo Paese. Nella storia le due cose vanno spesso insieme. Questa manovra è regressiva per il futuro dell’economia e dello Stato sociale di questo Paese, ma è anche regressiva per la democrazia di questo Paese. Impoverire il Terzo settore e i pensionati, tagliarne le infrastrutture, tagliare per il Mezzogiorno, tagliare gli investimenti, colpire i ceti produttivi: questo è un disegno. Noi non intendiamo partecipare a questo vostro disegno. Dunque, rimarremo in quest’Aula per il rispetto che portiamo al tempio della democrazia che è il Parlamento, non parteciperemo al voto, perché non vogliamo essere i vostri complici in questo disegno.

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