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Le grandi aspettative disattese

Scritto da Alessandro Del Corno.

Alessandro Del CornoIl voto del 4 marzo, aveva segnato un inequivocabile segnale di cambiamento da parte dell'elettorato e dato che io sono sempre per il rispetto del mandato popolare, ritengo, sia stato giusto che il Pd, non abbia fatto il governo con i 5 Stelle.
Quindi, dopo una seria estenuante di trattative, si costituiva il governo "gialloverde" che di certo, meglio incarnava la volontà del voto popolare in termini di radicalità affermata dai cittadini, anche se è doveroso ricordarlo, la prima Coalizione alle elezioni era risultata quella di Centrodestra, senza avere tuttavia la maggioranza parlamentare.
Da subito, si è partiti in quinta con lo scontro muscolare con l'Europa, tralascio, il frasario usato più volte in tale ambito, ponendo l'asticella del deficit ben oltre il 2% e dopo uno spread costante di oltre 300 punti base per parecchie settimane, al netto dei moniti dell'Unione Europea, si è finiti in prima scarsa, attestandosi al 2%.
Forse perché i ceti produttivi del nord e non certo i poteri forti, hanno detto a Salvini che in quel modo, non si poteva andare più avanti?
Nel merito, la manovra di bilancio, certo dispone le risorse per garantire le mitiche promesse elettorali della Quota 100 e del Reddito di cittadinanza, anche se smagrite in termini di tempistica, rispetto alle intenzioni iniziali, ma in quale quadro d'insieme?
Il quadro d'insieme è rappresentato per esempio, tal taglio agli Enti locali di circa 1 miliardo che costringeranno i sindaci ad aumentare le tasse o a tagliare i servizi per i ceti popolari, dal raddoppio della tassazione IRES agli Enti Non Profit che si occupano del popolo più in difficoltà, dal blocco della rivalutazione delle pensioni dai 1500 euro lordi in su, cioè per i ceti popolari.
Ma non era mica la manovra del popolo?
Chiaramente la manovra così come concepita in termini di garanzie sociali dal punto di vista meramente elettorale, genererà una crescita inferiore ai governi Renzi e Gentiloni e quindi, chissà il blocco sociale e produttivo del nord, cosa penserà del Reddito di cittadinanza tanto caro ai Stelle, anche in virtù del preannunciato aumento dell'Iva nel 2020?
Ah, dimenticavo, i muscoli con l'Europa, al netto di blocchi alquanto discutibili, per usare un eufemismo sul tema migranti, non ha prodotto nulla di concreto in questi 6 mesi di governo, in quanto sono proprio i Paesi più nazionalisti e sovranisti, cioè quelli di Visegrad, amici di Salvini, che hanno sempre detto che sui loro territori in virtù di una più equa redistribuzione dei migranti su scala europea, non ne vogliono proprio sapere, opponendosi strenuamente alla modifica del Trattato di Dublino. La sensibile riduzione degli sbarchi era già iniziata con il governo precedente, grazie all'opera del ministro Minniti.
Ne vogliono invece sapere, quelli di Visegrad, del fatto che l'Italia doveva rispettare le regole europee e poste in seria discussione dalla proposta del governo Conte al 2,4 del deficit-pil.
Ma si sa e' più facile incolpare di tutto il povero Juncker.
Quindi che dire?
Le aspettative importanti del 4 marzo, cominciano ad infrangersi come flutti sugli scogli e ciò è probabile che partorirà ancor più disincanto e rancore verso l'ennesima illusione.
Vedremo!!!
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