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Consiglio Europeo: era meglio prima

Scritto da Alan Ferrari.

Alan Ferrari Come non dare ragione a Giuseppe Conte: "Io qualcosina l'avrei scritta diversa..". Già, ne siamo convinti tutti, anche Salvini ne è convinto che, dopo la felpa Pontida e Malta, ora indossa una sobria "Bruxelles" con sottotitolo “meglio prima”.
Il risultato del Consiglio Europeo, in sintesi, al netto di ogni bizantinismo post-elettorale di Lega e M5S, è questo:
Da oggi, chi sbarca in Italia, ci rimane.
Conte, sebbene fosse sbarcato (è il termine corretto, visto l'argomento) con intenti celoduristici da ballottaggio elettorale, ritorna dal Palazzo Europa con quattro ceffoni continentali:
1) Obbligo per l'Italia di riprendersi i migranti passati agli altri Paesi UE. Ovvero le frontiere sono ad assetto politico variabile.
2) I centri di accoglienza - per tutti gli Stati membri dell'UE - sono realizzabili su base volontaria. E, ovviamente non c'è alcun obbligo di ricollocazione. Si organizzano pellegrinaggi al Sacré-Cœur di Parigi.
3) L'auspicata e auspicabile riforma di "Dublino" risulta affondata come un gommone cinese da scafista tunisino. Rimane così ben saldo e scolpito il Principio del Primo Paese di approdo. Ovvero l'Italia accoglierà tutti.
4) Salvini porta a casa il successo del suo alleato e amico Orban, insieme ai Paesi dell'Est del patto di Visegrad. Dopo America First e Italia First.2 arriva Ungheria First. Dopo tutto, Orban si chiama Vittorio: in nomen omen. Un po' come Salvini..."si salvi chi può".
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