Il senatore del Pd Franco Mirabelli è convinto: «La lista delle Europee rifletterà il progetto di Zingaretti».
Come?
«Sarà aperta e inclusiva. Adesso che è diventato segretario con un consenso così forte, Zingaretti cercherà di capire se sarà possibile coinvolgere altre esperienze politiche e civiche, a cominciare da quella di +Europa e di Pizzarotti. L`idea è quella di cercare di costruire una lista che aggreghi tutte le forze europeiste e possa parlare a un centrosinistra ampio».
E per il Nord Ovest, Giuliano Pisapia come capolista potrebbe essere un simbolo di questa apertura?
«Siamo ancora nella fase in cui si dovrà capire quale tipo di lista nascerà, ma sarebbe un`ottima candidatura. Giuliano è una risorsa per tutto il centrosinistra».
Il sindaco Sala aveva immaginato un ruolo di Carlo Calenda schierato a Milano in chiave anti-Salvini: è un progetto tramontato?
«Quella che dovremo costruire è una lista equilibrata in cui siano rappresentate le identità plurali di quanti si schierano contro il sovranismo e il populismo. In questa idea ci può stare sia Calenda sia Pisapia».
Il sindaco ha proposto anche un assessore in rappresentanza del modello Milano. Potrebbe essere Pierfrancesco Majorino?
«Sala ha posto giustamente il tema della rappresentanza dell`esperienza di governo milanese. Anche qua dovremo costruire un equilibrio in una lista che sia lo specchio di tutte le anime del centrosinistra».
Con Zingaretti segretario che cosa cambierà per il centrosinistra di Milano e, in generale, per la città?
«Intanto registro positivamente due fatti. Il candidato che qualcuno ha voluto presentare come “troppo romano”, anche a Milano e in Lombardia ha avuto un ottimo risultato, segno che ha saputo parlare a queste realtà. E poi ha iniziato il suo cammino da Torino, assumendosi in pieno il tema del Nord e dello sviluppo: è la risposta a chi pensava a un segretario rivolto tutto all`indietro e schiacciato solo sul tema sociale».
E in città da dove dovrebbe ripartire, invece?
«A Milano Zingaretti ha sempre riconosciuto il merito di tenere insieme sviluppo e solidarietà. Quando tornerà, immagino che voglia tornare ad ascoltare il mondo delle associazioni che ha già conosciuto in questa campagna, ma sarà importante anche interloquire con quel pezzo di tessuto imprenditoriale, in particolare Assolombarda, che ha dato più segnali di preoccupazione rispetto al governo».


Ne Parlano