Editoriali

(agf)

Il ministro Salvini sottobraccio alla malavita

Leader del Carroccio non si tira indietro e fa un vanto delle cattive frequentazioni: servono a dare un'idea di forza, come fanno certi leader politici dei Balcani e dell'Est Europa

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Ci sono cose su cui dovrebbe essere difficile dividersi, su cui libertari e uomini d'ordine, garantisti e giustizialisti dovrebbero pensarla allo stesso modo: un ministro dell'Interno non può permettersi di andare sottobraccio a un condannato (appena uscito di prigione dopo aver patteggiato un anno e mezzo per traffico di droga), noto per le sue violenze e le frequentazioni con ambienti malavitosi.